La gioia più grande della poetessa del 3° decano,
come Marisa Aino, è fare una gita in macchina in campagna, la domenica, e
pranzare sotto gli alberi, specialmente nel giardino dell’arancia di Mia Nonna
dello Zen. Ha qualcosa della parigina, più volterriana che anticlericale, ma non
della parigina di Parigi come una delle città più cattoliche del mondo, ha una
casa piena di quadri della poesia concreta e della optical-art e piena di
fumetti del marito e del figlio, che lei non legge.
Cartolina di Carlo Villa,
segretario del Premio Montale,
al poeta Marisa G. Aino