C’era una Centuria
di Manganelli con un astrologo dentro. C’era l’astrologia di “Astra” con Sirio
dentro, e poi la rivista “Sirio”, e
Sirio che non c’era[i].
Ricordo una foto del 3° Congresso Internazionale di Astra, a Campione d’Italia:
Sirio , a guardar la foto su “Gente”, nel 1979, è a sinistra giù e io sono dall’altro
lato, in alto, a destra[ii]. Sembro quasi un po’ come
quel signore vestito correttamente di grigio, occhialuto, un poco accademico, che,
nella Centuria Cinquantacinque, sta
attraversando la strada, ma è un’allucinazione, per essere esatti sta
attraversando un autobus fermo al semaforo[iii]. Sirio, perché era nata
col Sole e Sirio in congiunzione, un po’ dalle parti del mio stellium di Attila. Dentro quel
Congresso, che aveva un tema forte, l’aggressività femminile, io me ne venni
con una relazione tratta da un seminario che avevo tenuto al Museo di
Antropologia e di Etnologia di Torino, tra antropologia criminale e
antropologia culturale, in merito all’aggressività femminile. Sirio se ne
stava, appunto, così, come in quella foto, di là, una donna piacente e
malinconica, abbastanza terrestre, ma non mi parve né frivola né carnale. Dai,
non usavo prendere appunti in un quadernetto da tasca, né avevo il quadernetto
a quadretti usato da Hemingway, la moleskine, di certo avevo allucinazioni,
questo è fuor di dubbio, ma non un temperamento drammatico, ah, a pensarci
adesso, mi sarebbe piaciuto avere un rapporto tempestoso con Sirio: parlarle
con pacatezza, con la poeticità con cui si deve accarezzare l’anima delicata di
una signora, e lei, invece, prende a
insultarmi, aggredirmi, irridermi. Niente. Nemmeno una parola. Almeno con
Serena Foglia, da quel che ricordo, tre parole le scambiammo. E anche con
Rosanna Zerilli, che Paola Fallaci, su “Annabella”,
aveva scritto che in quel Congresso , la terribile Dottoressa Horus aveva inventato una nuova tortura: “Legare l’ascoltatore,
non certo il visionatore di Edgar Morin, a una sedia e leggergli la relazione
di Vuesse Gaudio ma con la modalità verbale di un certo Giulio Andreotti !”. Dio
mio, Zerilli, come si fa? Ma nemmeno con i comunisti che facevano studiare le
figlie dai Gesuiti si potrebbe fare una cosa simile…Pure con Lisa Morpurgo, due
parole furono scambiate. Con Angela Gueli Alletti niente. Una volta a casa
chiesi a mia moglie, Marisa Aino, ma hai parlato un po’ con Sirio? Mi sembra
tra la flemma della tenerezza e l’apatia di un qualche sentimento che non ha
più ragione d’essere. No? Forse Marisa mi disse che Sirio aveva sorriso o
accarezzato Alessandro, che aveva quattro anni ed era venuto con noi in quel
Casinò eterotopico sul lago di Lugano e quando eravamo scesi alla Centrale di
Milano voleva riprendere il wagon-lit e tornarsene dalla nonna, immediatamente!
Quando Giuseppe Botteri fece per Giorgio Mondadori International la nuova testata “Sirio” e mi chiamò di nuovo per l’oroscopo psicoanalitico gli riferii in modo scherzoso, alla Campanile, se quella fosse la testata di Sirio: più o meno così:
In quest'altra foto di Vincenzino Giacò, il tavolo del 3° Congresso: la redazione di "astra", con Botteri ultimo a destra, e il coordinatore del Congresso Bruno Gatta. |
Quando Giuseppe Botteri fece per Giorgio Mondadori International la nuova testata “Sirio” e mi chiamò di nuovo per l’oroscopo psicoanalitico gli riferii in modo scherzoso, alla Campanile, se quella fosse la testata di Sirio: più o meno così:
“Più tardi, pensò
Giuseppe Botteri, mi farò una nuova testata di astrologia.
E nascose la testata
con il nome nel cassetto. Poi la dimenticò. Ora, bisogna sapere che nessuno, in
provincia di Pavia, aveva mai visto una testata “Sirio”.
Un giorno aprono il
cassetto, a casa, trovano la strana testata luminosa, della natura di Venere, che lo stesso ex direttore di "Astra" aveva al Medio Cielo.
Allibiti, i parenti
si chiedono l’un l’altro: “E che cos’è questa?”
Era la testata di
Sirio.”[iv]
E Botteri restò come
Sirio in quella fotografia di gruppo a Campione: lì, dall’altra parte del
cielo, nella canicola in silenzio. Ma il demone meridiano da qualche parte
doveva pure esserci, non vi pare? Se non altro per la
treccia, con la treccia così tenuta come minimo fai lampeggiare un paradigma da
archetipologia dell’immaginario, e, se proprio non vuoi andare a scartabellare
Gilbert Durand, con Edgar Lee Masters, dalla sua Antologia di Spoon River, puoi pur credere che Sirio possa essere come Sonia
la russa, nata a Weimar, di madre francese e padre ebreo, orfana a quattordici
anni, divenne ballerina o attrice di fotoromanzi, era conosciuta come Angela di
“Grand Hôtel”, su e giù per Cinisello
Balsamo, dapprima l’amante di numerosi duchi e conti, e più tardi di artisti
poveri e di poeti. All’età di quarant’anni, punta sul cielo di Milano e diventa
Sirio, così illumina il cammino di
magnati dell’industria e del commercio, e di gente della Tv e del Luna Park di
Segrate e degli idroscali del mondo.
Sirio, adesso che ci
penso, era dello stesso tempo della mia amica Klelia Kostas, che era nata a
settembre, però, e, a differenza del Sole di Sirio, il suo Sole era offuscato
da Denebola, che è una stella fissa uranica. Non a caso era imparentata, la mia
amica, non certo Sirio, con la strega
benefica di quel villaggio medioevale che c’è nell’entroterra di Sanremo, come si chiama? Molini di Triora,
paese delle streghe e delle fate, come “Esquire”
definì Amalia Lanteri la parente maga della mia amica pittrice che, come Sirio,
sapeva di astrologia e vestiva in modo lussurioso come Sirio ma più alla maniera
orientale di Bagdad, dov’era vissuta col marito funzionario di Ambasciata. Ma che strano, la mia
amica così imparentata non avrebbe dovuto aver cura anche lei di una
treccia-meridiano come quella di Sirio?
[i] “E’ morta Sirio.Addio all’astrologa
dei famosi”, repubblica.it/2018/02/22.
[ii] “Gente” n.46, 16 novembre
1979: foto di apertura in un servizio sul Congresso di Ornella Ripa.
[iii] Cfr. Giorgio Manganelli,
Centuria.
Cento piccoli romanzi fiume, Rizzoli,
Milano 1979.
[iv] Cfr. Achille Campanile, L’uovo di Colombo, in: Idem, Vite degli uomini illustri, Rizzoli,
Milano 1975.