Il Livre d’Arcandam
l’aveva già capito che il poeta dell’Ariete, ancorché professi l’esercizio
della parola innamorata o della quotidianità del pesce incartato nella carta
dei giornali, “in lui dominerà – sempre e comunque, anche se fa gli stornelli
in dialetto – la collera”. E fu anche scritto in quel Livre:”Egli eserciterà la sua opera sugli uomini ingrati. Egli
fuggirà il male e fuggirà ciò che è buono”. E non è finita: “Egli sarà ghiotto;
non soddisfatto delle vivande e, per la sua ghiottoneria, si lamenterà delle
vivande se non apertamente, perlomeno dentro di sé”e ne darà estensione nelle
sue poesie, anche da poeta della parola innamorata e del quotidiano di chi ha
mangiato il pesce laggiù in quel paese nel mare degli ombroni.
Il poeta del primo decano: attento alla dama di bastoni: ad
esempio, se partecipi a un premio già concordato, attento, se arriva una
poetessa dell’Ariete, è la dama di bastoni, vince lei!
Il poeta del secondo decano: vinci dopo aver superato le
difficoltà. Se non ci sono difficoltà, diffida!
Il poeta del terzo decano: sempre con quell’idea fissa, sta
diventando un’ossessione. Una monomania, attento può condurti alla demenza!