Tutto è finito con la mia amica dei Gemelli.












Per vedere che tutto è finito,
facevo come García Lorca di Nocturno del hueco,
per vedere cos’è vuoto e cos’è vestito
togliti i jeans al chiaro di luna
stiamo qui smarriti nell’erba,
alla mia amica dei Gemelli:
il vento può strappare le lumache
morte sul polmone dell’elefante
che non è l’elefantino di Nikolaj Gumilëv
che è del ’21 e soffiare i vermi assiderati
delle gemme di luce o delle mele.
Per vedere che tutto è finito
togliti le mutande Lejaby
tra meridiano e cielo triste
duro cristallo definitivo
dentro di te, por tu carne
che silenzio di treni supini
come quando arrivo da Milano
e scendo a Porta Susa che cielo
senz’uscita, es la piedra en el agua
basta tocar el pulso de nuestro amor
para ver que todo se ha ido
para ver los huecos de nubes e di fiumi
per vedere che tutto è finito
dammi il tuo meridiano del culo
che è una forma concreta
che cerca il suo vuoto e guarda l’ansia
penso a quando in quella stanza
pensavo che dopotutto il vuoto
di una formica può riempire l’aria
e quattro fiumi tra la tua bocca
e il mio (-phi) e tutto è finito allora
amor inexpugnable, amor huido
dentro questo mio mancare col
culo bianchissimo di una cavalla
tutta la luce del mondo sta in un
occhio o nell’ano solare, sei un po’
come Dirty e un po’ come Xénie
ne Le Bleu du Ciel di Bataille
una cavalla azzurra all’alba
per quel culo che tenevi
equestre per la mia vita
definitivamente ancorata.
No hay siglo nuevo né
la linea mercuriale del tuo
podice equestre qué cielo
sin salida, qué cielo triste!
é la cover dell'edizione del 1969:
l'edizione originale Le Bleu du Ciel
è Pauvert, Paris 1957.
Leggi anche: Il Nome che fa così verde il Mare
Uh Magazine 2016/11