Il disegno è di Yasmin Brandolini d'Adda |
LUCIANO
TROISIO
Da: The
Helping Hand
Scottato dalla mano
Di Venere sinuosa
La prese Casanova
La carezzò gentile
La mise nel baule
Per venderla a Canova.
!Dall’antologia Ragioni e canoni del corpo. Versi
inediti di poeti contemporanei, ed. Luciano Troisio, Asefi-Terziaria, Milano
2001: 93 poeti in diverse stratificazioni(l’intera Penisola è rappresentata
assieme a una seconda Penisola: l’Istria; il 15% degli autori è infatti sloveno
o croato), reclutati da una ventina di eminenti personalità.
Quarta di copertina dell'antologia curata da Luciano. |
!Me la sono ricordata,
Luciano, sai perché? Perché mi faceva sempre pensare agli angeli Stuart di
Canova, che, rivelato ora, è terribilmente Heimlich,
per come stanno adesso l’anima, il corpo e le statue; ma che, allora, e per il
tempo in cui quell’angelo Stuart vagò come oggetto “a” nella mia Anima tra
mano, carezza e pondus fu sineddoche (inversa)
anche della Roberta di Pierre
Klossowski, figura e personaggio nel breve estratto, da una mia Lebenswelt(sineddoche ancor di più per quanto avevi tagliato, 50 righe mi pare e non c'era nemmeno l'indicazione che era tratto dalla Lebenswelt su Klossowski; invece a Franco Verdi tutte e 50 le righe, aveva numerato il nostro Franco Silvano; e aveva numerato l'Unika fino a 50 anche Tomaso Kemeny facendo quasi il verso agli angeli Stuart; e Carlo Villa sfuggì al taglio: ti mandò due componimenti; e Brandolini d'Adda solo un "Seno"; Capasso una stella; Barberi una primavera a Monforte; Majorino una mattina...alla grande; Alberto Cappi un corporale in 5 atti; Giuseppe Favati la toponomastica dal ponte sospeso alla via email chiocciolina...) pubblicato nella stessa tua
antologia dei tempi di Lubiana. E, almeno per quanto afferiva al tuo oggetto “a”, sineddoche (inversa?) forse anche di quelle “tre
studentesse di madrelingua slovena(e per questo ancor più lodevoli)” che, per l’antologia,
avevano “proposto testi di notevole effetto”[i]. Sai cosa mi piacerebbe
sapere adesso, vorrei che venissero qui a dire tutti quei poeti in diverse
stratificazioni, reclutati da una ventina di eminenti personalità(sic),
qualcosa sulla mano di Venere che prese Casanova per venderla a Canova,
mettiamo che faccio i nomi, di quelli nati più o meno dal 1960 in poi, e vediamo? In ordine alfabetico. Lada Acquavita, Alfonso
Amendola, Marco Amendolara, Marco Apollonio, Vincenzo Bagnoli, Loredana
Bogliun, Vitaniello Bonito, Ljuba Merlina Bortolani,Tiziano Broggiato, Lorenzo
Buccella, Paola Campanile, Roberto Cogo, Antonio Curcetti, Matteo Danieli, Luciano
Dobrilovic, Gabriela Fantato, Gianfranco Franchi, Paolo Frasson, Alessandro
Gaudio, Nina Gregoric (che deve essere una delle tre studentesse...che faceva poesie e cartoni animati), Maja Grzina, Mariana Jelicich, Paola Insola, Germana
Duca Ruggeri, Gaetano Longo, Loredana Magazzeni, Katja Milic(altro che 50 righe, ma la ragazza andava forte al tennis da tavolo...), Chiara Moimas,
Luigi Nacci, Raffaele Piazza, Laura Pierdicchi, Giuseppe Rao, Lidia Riviello, Lisabetta
Serra, Gabriella Sica, Christian Sinicco, Dannie Skate, Victoria Surliuga, Mary
Barbara Tolusso, Pino Trani. Certo, non è che fossero come i beat (Ginsberg, Ferlinghetti, Keruac, ecc.)che
non piacevano a Charles Bukowski(“Non mi piace nessuno di quella cricca.
Facevano troppo gli amiconi fra loro. Si riunivano e facevano questo e quello,
ma credo che gli artisti l’abbiano fatto per molto tempo. Riunirsi e leggere
poesie e così via; ma questo mi ha sempre irritato. Mi piacciono gli uomini che
ce la fanno per conto loro, senza doversi unire e stare insieme. Ero a Frisco,
sai, in un caffè, e un tizio mi ha accompagnato a casa e ha detto: “Be’, a
volte, a qualsiasi ora del giorno, li trovi lì dentro a bere caffè”. Voglio
dire…diavolo!”[ii]),
ma è che nelle antologie a volte è come in quel caffè, trovi sempre una certa
cricca, pure alcuni di quelli compresi nella ventina di eminenti personalità,
come adesso ai Festival della Poesia, cazzo, ti ricordi che Bukowski lo aspettavano
a Castel Porziano e ti ricordi cosa disse a Silvia Bizio(che lo intervistava
per un giornale di quel gruppo che va matto per i Festival, della Letteratura,
della Filosofia, della Comunicazione, del Giornalismo, della Repubblica delle
Idee e dell’ideologia della società dello spettacolo che fa tanto Grande
Fratello e Berlusconi Way) quando glielo ricordò[iii]? Tu dici che qualcuno si
incazza di brutto e mi malmena? Oppure, viene qui, si fa per dire, e posta un
pensierino sulla tua poesia e sul mio angelo Stuart che dia sollievo alle
nostre povere anime depresse e perdute? D’altra parte, mentre i beat beattavano,
Bukowki beveva, mentre loro magari entravano in un’antologia dietro l’altra, tu
ti eri incazzato e scrivevi racconti e dicevi che sapete che costa un bel po’ pubblicarli in
libro, più delle poesie, e non siamo più nell’era della riga di piombo, e io a
ridere sull’ istituzionalizzazione degli incontri, non si capiva più un cazzo, c’era
internet e YouTube e soundcloud, e loro a menarcela in un reading dietro l’altro,
non ti dico i poeti dialettali, che rottura di cazzo e di favella, e di lingua,
e di gola, e anche di culo: tutti a presentare la plaquette e a leggercela,
alcuni con l’oboe accanto e altri con il clarinetto, che se ci fosse stato
ancora mio nonno sai che concertista di versi sarebbe diventato?
│v.s.gaudio
[i]
Luciano Troisio, Quel d’Adamo,
Prefazione a: Ragioni e canoni del corpo,
Asefi-Terziaria, Milano 2001: pag.18.
[ii] Charles Bukowski, un’intervista: Los Angeles, 19 agosto 1975. Marc Chénetier, “Northwest
Review” n.3, 1977.
[iii]
“Non sono andato perché non mi piaceva la sfilza di poeti americani con i quali
avrei dovuto tenere il reading. Non leggerei con loro neanche a Santa Monica in
California; non starei neanche nella stessa stanza con loro. Ecco perché non
sono andato: non mi piaceva la compagnia. Non voglio fare nomi, ma se è vero
che sono stati bombardati da una pioggia di palle di sabbia come mi racconti,
mi fa piacere. E’ la stessa cosa che vorrei fare io quando li sento leggere: mi
viene voglia di vomitare e di gettargli addosso il mio vomito”. Poi, sotto,
ironico, dice che son tutti bravi poeti: “Allen non è male, sì, sono tutti
bravi poeti: Gregory Corso, il ragazzo di Ginsberg, Joan Baez, Timothy Leary,
Frank Zappa, Bob Dylan…la cultura americana non è male. La cultura americana è…credo
che sia arretrata anni luce.E’ come un corpo che trascina la coda, ma la coda è
dietro al corpo e trascina la polvere.”: Silvia Bizio, Quotes of a Dirty Old Man, “High
Times”, January 1982.
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