I reading, i cavalli e il poeta Leone che sta in piedi.


Nel reading il poeta Leone sta in piedi da solo.
...Leone come Witold Gombrowicz, che adoro non solo per il "Berg"...
!Il poeta del Leone, come il direttore d’orchestra di Elias Canetti{ che, manco a dirlo, era pure lui Leone come Witold Gombrowicz, che adoro non solo per il “Berg” di  Pornografia” e  di “Cosmo” ma anche per come gli stava sul cazzo Dante e la Divina Commedia},si considera il primo servitore della poesia. Ne è tanto compreso da non poter neppure concepire il pensiero di un secondo significato, extrapoetico, della sua attività, anche se, per sopravvivere, fa il cassiere in banca o l’amministratore delegato di una società meccanica o idraulica . Il poeta del Leone, come il direttore d’orchestra, sta in piedi, e sta in piedi da solo, anche quando fa i reading, basta pensare a Bukowski1; intorno a lui, siedono gli organizzatori del Reading, dietro o davanti gli ascoltatori che son venuti a vederlo e a toccarlo; se è il caso, lo fanno mettere in piedi in luogo elevato e così è più visibile davanti e dietro. 
...come ...per V.S. Gaudio, la Galleria d’Arte Duemila
a Bologna negli anni settanta,
allora i suoi movimenti agirono sulla segretaria... 
I suoi movimenti agiscono in avanti sul comitato organizzativo, pro loco o galleria d’arte, per esempio, come avvenne anche per V.S. Gaudio, la Galleria d’Arte Duemila a Bologna negli anni settanta, allora i suoi movimenti agirono sulla segretaria della Galleria, sul gestore della Galleria, ch’era anche un artista di rilievo, e sul coordinatore del Reading, ch’era anche lui poeta; all’indietro, cioè attorno, sugli ascoltatori e le ascoltatrici. Lui legge e sembra che impartisca veri e propri comandi con la mano o con la mano e la bacchetta invisibile, V.S. pensava che fosse il suo (-phi)2, e le ascoltatrici in particolare ne percepivano la dinamica e la metafisica, e anche il grado del suo passaggio al meridiano secondo la tassonomia di Eric Berne. Con un piccolissimo movimento egli desta d’improvviso alla vita questa o quella voce, altre ne tacita, secondo la sua volontà, sia nella Stimmung che nella Lebenswelt. Ha dunque potere di vita e di morte sulle voci. Una voce morta da molto tempo può risorgere al suo comando. Contiene tutte le voglie di movimento destate e accresciute dalla Stimmung o dalla Lebenswelt, poi, quando termina, lascia che queste voglie si sfrenino,il poeta si inchina e le mani delle ascoltatrici lo toccano, lo acclamano, lo esigono. Durante il reading, il poeta del Leone è una guida e un capo per la folla nella sala. Lo seguono tutti e tutte, è lui che fa il primo passo, invece che con i piedi avanza con la mano con cui muove il (-phi) dentro la sua Stimmung, e l’interno flusso di questa Stimmung, suscitato dalla mano, spesso il poeta del Leone tiene le mani in tasca, oppure aggancia il pollice alla cintura dei jeans, tutto come se camminasse e la gente ammassata nella sala è rapita da lui. Per tutta la durata della Stimmung, nessuno riesce a vedere il suo volto. Egli è inesorabile: non concede sosta, non dà tregua alla losanga di Lacan in ognuno degli ascoltatori, se si fermasse, a volte, sì, tace, ma non se ne accorge nessuno, son tutti dentro l’incantesimo del suo (-phi) sospeso e in quel momento forse immobile. Poi riprende la voce e il cammino nella composizione: è il sovrano del mondo. Come Bukowski, non potrà più rinunciare alla sequenza e alla simultaneità della poesia nei reading, che, è innegabile, ogni poeta Leone considera una autentica rottura di cazzo, pardon: di(-phi)3.

(1)”C’è una certa immagine di Bukowski che è stata creata: l’ubriacone, il donnaiolo, il barbone. Ti sorprendi mai a recitare il personaggio di Bukowski?” CB: “Qualche volta, specialmente, ad esempio ai reading di poesia quando mi trovo con una bottiglia in mano. Be’, non ho bisogno di quella birra, ma sento che tra me e il pubblico si stabilisce un contatto quando alzo la bottiglia e bevo. Rido e faccio commenti. Non so se sono io che recito una parte o se sono loro a recitarla.”|da: Robert Wennersten, Pagando per i cavalli: un’intervista con Charles Bukowski, “London Magazine”, December 1974-Juanary 1975.
(2)Cfr. quanto dice Bukowski nella nota precedente: evidentemente quando alza la bottiglia, è quella la sua bacchetta, che cosa sta alzando per stabilire il contatto con il pubblico?
(3)”I reading di poesia sono davvero delle esperienze tremende come fai sembrare in un paio di tuoi racconti?” CB: “Sono una vera tortura, ma devo pur guadagnare per scommettere sui cavalli. Credo di fare i reading più per i cavalli che per la gente”.|da: Robert Wennersten, nota 1. 
Comunque, i cavalli sono compresi tra gli animali totem del segno del Leone; lo stesso V.S. Gaudio, non avendo la passione per giocare sui cavalli, non sopportando la tortura dei reading, non avendo da essi perciò nessun guadagno, fu punito dagli zingari che immisero nell’ aranceto di sua Nonna dello Zen i loro cavalli, che non erano cavalli da corsa e quindi non erano mai stati all’ippodromo di Cesena. L’arancia, lo sappiamo, è anch’essa un oggetto totem del Leone. Chissà, anche quella Jeanne d’Anjou, così appassionata di cavalli, vuoi vedere che fosse del Leone, come Lorenzo il Magnifico e Napoleone Bonaparte, che, se non andava a cavallo lui, chi se ne sarebbe accorto?