II.I
[quale
piuma, allora, aggiún-gere feconda,
quale
- nel vento - trapiantare, attorno
all’aria
di radice, al quadrante - dell’ombra -
incisa
a fuga?
II.II
→ quíndi fu fárvi - tútto un cerchio
sacro
e
dárvi - un ángolo di bacio : un lómbo : un filo d’acqua,
il
suono che spalanca il soffio di una stanza [ ]
[
]
plúrimo
di vita, foste órdine posposto
al
fiore - aperto a meraviglia, márgine che venne
a
pianta spaventosa, a sémpre che già scosta
corólle
e ómbre - e quésta nuda porta: il modo esatto
di
sórgere sugl’occhi - di luce uguale a buio,
a
órbita di fiato di lunghi rematori
misurati
in cristalli - di singulti ―
_______
III.III
…
e dal fiore - cávami la bocca,
arrotante
- di preghiera …
:→ “duri - i sestanti - a luogo inesistente,
l’alba
dispiegata - a boccio - sulla lingua,
→ l’istante dell’ética che muta cúbiti
di sogni
in
inciampi - moltéplici - di mondi ---
---
IV.II
…
dal fondo di terre afose cosa hai visto
si
è fatto da lì a casa fiuto fino fino : léssico stupendo
scolpito
in pure stanze di muro - granulose …
*
piaceva
tonda, l’éco, a Vostra Altezza,
l’umana
gioia del
vento all’infinito ―
casa
- del terríbile restare
all’apice
sospesi, gorgheggiando
últime
perfette - últime visioni
---
I.III
…
sovradire è il báttito e la furia,
la
nótte di prima - tua boscaglia …
*
:→ spalancarsi, amore, è déntro il tuo cammino,
nel
bosco - a spécchio di fatica, dóve
l’ala
forte è l’ómbra - rúvida di terra, “l’álba immaginata
più
contro la sua terra,
“pura pianta
terríbile
di veglia, “ricondotta in luna d’acqua,
“in
lúme di lí-quide radici ---
---
da! Silvia Comoglio
Bubo bubo
L’arcolaio, Forlì 2010 <