Eleonora Charont e la Vergine poetessa inesistente a Torino.



La Vergine di Fiume inesistente a Torino c
C’era una mia amica poetessa della Vergine, a suo dire pare che fosse nata il 2 settembre, che non abitava lì, al terzo piano. Non intendo dire che all’epoca l’appartamento fosse sfitto o inabitato: intendo dire che la persona che lo abita è inesistente. La situazione per un certo verso, ammesso che lei scrivesse davvero in versi, è semplice: una persona che non esiste non ha problemi sociali, non deve affrontare la minuta fatica della conversazione con i coinquilini, metti che siano a Torino, mentre lei non si sa cosa sta facendo sta a Fiume, tra gli italiani d’Istria, lì davanti all’isola di Lussino, da dove pare che venissero gli antenati di Adriana Ivancich, che, grazie a Dio, non era Vergine, anzi aveva addirittura la Luna nei Pesci. Insomma, c’è questa mia amica poetessa della Vergine che non saluta nessuno, è anche vero che non offende nessuno, e allora comincia a scrivermi, e poi, non avendo questioni di sorta con alcuno, elabora di punto in bianco, tra la piattaforma russa simile a Google e il mio indirizzo email, delle questioni dovute forse alla sua provenienza, un po’ seminomade e un po’  separatista, tanto che, a un certo punto, mi fece pensare che, dietro le sue bizze, ci fosse il fantasma di un’altra amica, nata a settembre, ma decenni prima, ch’era stata a Baghdad sempre nell’ambito di una commessa paraministeriale. Insomma, finì che lei sparì per davvero, anche dalle mie email, si fece inesistente, tornando all’indirizzo di Torino che non volle darmi come recapito postale presso cui farle avere in dono la copia n.33, che è speculare alla posizione della misteriosa nel Foutre du Clergé de France,  dell’edizione speciale numerata e firmata dall’autore di Aurélia Steiner, i libri di Uh Magazine, 2018. Da principio ci furono chiacchiere, interrogativi, curiosità; poi il disagio, infine il mio totale disinteresse. Anche perché venni a capo del fatto che il postino non sapeva chi fosse, anzi solo perché non c’è , mi disse, chi crede di essere? Anzi, aggiunse, che i coinquilini gli riferivano cose irrilevanti e forse indiscrete, addirittura gli dissero che qualcuno là dentro, e non a Fiume, batteva i tappeti, ch’erano persiani, non solo per via della mia amica ch’era stata a Baghdad, che, oltretutto, a Torino abitava in uno stabile la cui portinaia, stando al cognome, era anche lei proveniente dallo stesso paese siculo di quella mia amica seminomade, o camminante, inesistente, e sporcava le scale. Manganelli, a questo punto, avrebbe parlato di una disinvolta, evasiva perfezione del nulla. Ma quel che davvero inquieta il poeta è che quella stessa mia amica della Vergine ch’era stata a Baghdad, aveva un cognome da nubile che, avendo la Herkunft in quel di Sanremo(Imperia), era diffuso e tradizionale nel paese siculo di provenienza di questa mia amica poetessa inesistente a Torino, che stava a Fiume, il cosiddetto paese dei camminanti, che è genealogicamente compatibile con il nome di un altro inesistente, non poeta grazie a Dio  e alla moglie di Plutone, che, disperso in Russia, come la piattaforma simil-Google russa usata dalla poetessa inesistente quando stava a Fiume ma che faceva il sito della Banda musicale del suo paese, non esistendo a Torino: dicevo: a quell’altro inesistente, disperso, gli fu data una medaglia [d’oro, par est: ha l’Herkunft del paese dei nomadi in provincia di Siracusa], pur non esistendo, e quindi fiscalmente irreperibile o inconcepibile, vai a vedere che, volendogli dare un certificato di nascita, magari all’ufficio anagrafe del paese del poeta, vuoi vedere che pure lui era nato tra il 2 settembre(data di nascita della poetessa inesistente a Torino) e il 9 settembre(data di nascita della mia amica pittrice di Sanremo ch’era stata a Baghdad ma che aveva il cognome così diffuso in quel paese separatista e quindi con lo stesso codice catastale della camminante di cui al 2 settembre)? Vergine e inesistente!

Il grano è meno alto dell’uomo
L’uomo è il signore del grano
Il grano cresce folto e ha il ritmo
Mosso dal vento è flessibile
Come l’erba che s’incurva
A ogni vento e a seconda
Di come spira l’uomo se respira
Il grano rende sette o cento volte
Settecento se si moltiplica ancora
Perché si raddrizza di nuovo anche
Dopo la tempesta tira su gli steli
E prima c’era la foresta il grano
È una spiga piena una pesante testa
Una poesia inviatami dalla mia amica poetessa inesistente a Torino quand’era a Fiume 2018 email a vsgaudio: usando la piattaforma protonmail con lo pseudonimo Eleonora Charont|
Eleonora  
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