Nemmeno con Nadia, Vuesse ha mai parlato di Nanni Balestrini. E Antonio Porta

La prima pagina dell'intervista di V.S. Gaudio
a Vuesse Gaudio: pag.209
qui non v'è ancora traccia
di Nanni Balestrini

Nemmeno con Nadia Campana, Vuesse Gaudio ha mai parlato di Nanni Balestrini. E nemmeno di Antonio Porta
In un’intervista che mi feci per il “Pensionante de’ Saraceni[i], la rivista, era un bimestrale o qualcosa di simile, che faceva Antonio Verri a Lecce, forse, non ricordo bene, avrò nominato Balestrini per via, non dell’artista totale, un altro cosiddétto totale, di questi tempi, è Adriano Spatola, sol perché oltre che poesie normalissime faceva qualche normalissima poesia visiva, ma per la cosiddétta legge metonimica del gene: per contiguità, il gene dell’esibizione va a destra sul palcoscenico e a sinistra sulla carta, rispondeva così Vuesse Gaudio, il cosiddétto ballerino della poesia, a V.S. Gaudio, che, prima, gli aveva chiesto: “Un poeta dev’essere anche attore?” e quell’altro aveva risposto: “Anche: non solo. Vedi Antonio Porta, Alfredo Giuliani, Giovanni Raboni, Nanni Balestrini. E quello di prima: E un attore può essere poeta? E quest’altro Gaudio: “L’attore no, ma fratelli e connessi sì”. Poi quello, sornione: “Come spiega questa virtù?”. E così, eccola qui la risposta della cosiddétta legge metonimica del gene…
Negli ultimi tempi, ogni tanto gli mandavo al suddetto poeta totale Nanni qualche link dai miei blog, “Uh Magazine”, “gaudia 2.0” e “pingapa”. Gli avrò pure chiesto se gradiva una copia numerata di qualche mia opera sulla retorica del superfluo e anche dell’inseguimento alla Jean Baudrillard. Forse c’era un hacker, questo è sicuro, che mi sabotava le email. Mai avuto un cenno.
D’altra parte, devo dirlo: a pensarci bene, quando ogni tanto facevo una passeggiata per via Zamboni a Bologna con Nadia Campana, quella che tutti chiamavano Nadiella, e io : ti darò un nome, le dissi, un giorno, manco fosse una delle mie Aurélia Steiner della Duras: Nadia. E Nadia fu tale. Senza essere passata dall’area II della Prefettura di Forlì per la pratica relativa al cambiamento del nome. La passeggiata con Nadia, è questo che stavo ricordando: niente, una volta incontrammo Guido Guglielmi[ii], con il toscanello, che sembrava un po’ il mio padre putativo più secco e un po’ Pannella, più sottile e meno ingombrante, niente mai a girare attorno a Nanni, e lei, poi “storicizzano” i suoi amici di scuola cesenati e i suoi amici della cosiddétta famiglia della parola vuoi vedere che è innamorata, che s’era fatta una tesi sull’altro cosiddetto preformato “novissimo” Antonio Porta, correlando forse con Alfredo Giuliani, niente, manco a casa a Bologna, in via Barberia 15: nemmeno alle tre di notte, quella volta che presi un taxi per prendere non so che espresso per Torino alle quattro e un quarto: “Aspetta, Vuesse, se rimani, parleremo della poesia totale di Nanni Balestrini…sì?”[iii]
Poi, forse c’era un troll, questo è sicuro, che mi sabotava i suoi tentativi di riprendere l’interazione seppur a distanza. 
Niente. 
Via. 
Non c'è stato verso. 
E, mi dispiace, tra noi: non ci fu mai una parola sulla poesia totale di Nanni Balestrini. 
E nemmeno sull'altro cosiddétto novissimo Antonio Porta.
Sempre a parlare, quelle poche volte di nascosto dalle sue amiche in via Barberia 15, di Silvia Z. che mi toccava il ginocchio al "Burghy" e lei, Nadia, che era con le scarpe spaiate, dal colore diverso. E a ridere. 
E poi manco questo.


[i] Cfr. V.S. Gaudio, VUESSE GAUDIO, IL BALLERINO DELLA POESIA, “Al Banco”, in “pensionante de’ saraceni” n.2/3, rivista bimestrale di letteratura, Lecce marzo-giugno 1985.
[ii] Cfr. V.S. Gaudio, 14.4 e 14.5 in: Ettore Bonessio di Terzet, L’UTILITA’ DELL’ARTEPOESIA, Aracne, Roma 2013: pag.113.
[iii] E poi, quando uscì quella autointervista per il “pensionante de’ saraceni”, Nadia, questo hanno detto, s’era già buttata dal ponte sulla tangenziale a Milano.
$ Leggi però la Stimmung più breve senza far nomi con Nanni Balestrini, in Uh Magazine”