Alfio Inserra ► Quelle equidistanze ancora intatte




Fuori ascissa le rose

Equidistanze ancora intatte
quelle
tra i visceri e lo spirito. Coagula
a mezz'aria - tra di essi -
ogni mio giorno.
Sopra il diagramma inconsulte parabole
disegnano, in ascissa, radi voli
più frequenti cadute, poi una pania
(leggi fisiche e non) che invischia l'ali.
Nemici e amici io e il mondo,
tutto esplode
nella mia mente : la rivolta, i cicli
che mi aiutano a crescere e a morire,
le ansie della politica e dell'oro
e la vertigine del tempo e il senso
del transeunte. Un baratro, le angosce
più disperanti.
                       Fuori dal mio corpo
proprio nel mio giardino, imperturbabile,
senza pietà di me la primavera
fa sbocciare di già le prime rose.

                    Alfio Inserra
Palermo 13 luglio 1984

Da IL POETA E IL GRAFOLOGO. Antologia degli “autografi”, Ragusa, Edizioni Università Popolare,  1984: 
pagina  64.

´ La forma “naturale”, come quella di Jole Tognelli e di Inisero Cremaschi, ma anche “aggraziata”, come quella di Maria Grazia Lenisa: Inserra per via di chissà quale refuso o pesce tipografico non fu messo nello schema a pagina 8 della mia Introduzione a IL POETA E IL GRAFOLOGO: poeta tra semplicità, candore e franchezza. E per la continuità legata della sua grafia, tra analisi, praticità e dolce deuzione, un po’ come Cimatti, Cremona, Zinna. Infine, anche nello schema dell’Ordine, a pagina 11, avrebbe dovuto essere tra la linea chiara e quella ordinata: accanto a Cimatti, Spagnuolo, Pandini e Zagarrio e Di Biasio e Civitareale per quel piglio di equilibrio e anche di metodo e concentrazione.