Il grido eiacula sull’assurdo
l’oggetto è rotto, un altro di gomma
bisogna crederci stringendolo
l’assurdo la sera conficca aghi
i sensi di questa fine
la furia entropica, le zanzare, l’ultimo caldo
questo dietro della cosa
è ubriaco come un nunc
sulla sabbia la presenza cancella la presenza
anche il fango è una ricreazione mantica
l’armonia dell’assenza
due amanti interrotti nel tratto delle movenze
un coito spezzato, morto
la parola è l’ultimo ciclo
che parla allo
specchio
-questa responsabilità ritrovata ogni giorno
una colazione che non serve a niente
un muro su cui inchiodare la croce
un bimbo forse tra i canneti
l’umile prepotente bellezza, un funerale economico
la violenza forgia silenzio
l’oggetto la sera chiude l’assenza
affonda la massa nella melma.
(10 settembre ’73)
♆da: V.S. Gaudio, La 22^ Rivoluzione Solare, Milano 1974:
pagina 97.