ragazza
triatomica
elegante
cimice nuda
sudiciamente
supina, ovunque
dal
sud america
chiazzata
in
ordine inverso fibre
s’incontrano
nella cavità cranica
è
una collocazione
collocata
sul letto
                 sulla chiatta
                 una cimice
ragazza
triatomica di Chagas
               serena allegra appurata
               inchiodata
               di fianco, seduta, in piedi
               a tergo
               un grosso catorcio chiude
                muove prospettive per l’eleganza
                s’incontra il profumo, cioè
                chiatta o capanna, cimiciaia
                chagas
                 lungo il coito morto
                 assistente sociale che
galleggia
                 perfettamente integra nel
corpo e nella morale
                 sulla balla sembra fandonia
                 implicita lettone d’acciaio e
di pelle
                 quando urla
nemmeno
allora crede di esserci
disperata
nel compromesso fruscia
ricorda
la seta, così livida
si
inginocchia, non piange, si presenta
agente
patogeno
esplode
S’avvicina
la partenza:
“ormai
è tardi,
torno
illibata!”
Acre
e sottile cimice
🆚⇢Da “La temporalità dell’ombelico” (1973)→ V.S. Gaudio, ⇢Lavori dal desiderio,
Guanda, Milano  1978: pp.40-41.

