Ai lati della lettera di [V.S. Gaudio] a [Lamberto
Pignotti], del 15
ottobre 2001, viene riportato il cosiddetto “giudizio” schizoide e paradossale della
lettrice, presupposta o incaricata dall’allora direttore editoriale di ⇢Einaudi [cui era stato inviato il dattiloscritto su
suggerimento di ⇢Nico Orengo; l’autore, in questi casi, non aspetta “giudizi”
dal lettore incaricato dall’editore, necessita quantomeno solo della
comunicazione formale dell’editore che il suo coso ⇢[rientra] o ⇢[non rientra] “nenei
nostri parametri e nei nostri programmi di pubblicazione”], dal suggestivo cognome [“Franco”]…che qui si connetterebbe all’ex
casellante del casello ferroviario 112 Ta-rc e cosa ancora più Heimlich al
cognome di uno di ⇢roseto
capo spulico che per l’anello si maritò con una mia presupposta⇢ cugina, recante più o meno il ⇢mio stesso cognome, su un mio dattiloscritto
dal titolo ✒[Miele
e altri oggetti d’amore].
Cfr. per venirne più o meno a capo, anche relativamente, [Oggetti d’amore].Somatologia dell’immagine e del
sex-appeal, il bootleg Scipioni, Viterbo-Soveria Manelli 1998, venduto anche
nei lidi balneari laziali e toscani per decine di migliaia di copie. C’è da
dire che l’epistola di quella signorina, vergata a mano, mi arrivò appena dopo
il decesso di mio suocero dal cognome [Aino], che abitava vicino al ➟casello 112 dove c’era appunto quel
cosiddetto casellante “cassanese” a
cognome [Franco]…come il direttore editoriale di quella
che fu la casa editrice del figlio del presidente della Repubblica che dopo l’amministrazione
controllata fu rilevata da quello che si era preso già la Mondadori e che
esportava diritti tv (e ritenute d’acconto no?) in quel mitico arcipelago che
comprende anche l’isolotto ]Gawdesh], [Gozo], ovvero ➟[Gaudio]!....
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