I nuovi gruppi(per esempio quello che ruota attorno a ⇢“Tam Tam” e alle ⇢edizioni Geiger di Adriano Spatola) mettono a punto una prassi poetica e letteraria programmaticamente in antitesi con i gusti e i modelli espressivi, gli stilemi, della tradizione. E potremmo citare una lunga teoria di nomi, dallo stesso ⇢Spatola alla ⇢Niccolai a ⇢Giannino Di Lieto; da ⇢Giò Ferri a ⇢Roberto Gagno a ⇢Attilio Lolini; da ⇢Franco Verdi a ⇢Alfio Fiorentino, ⇢Alberto Cappi, ⇢[V.S.Gaudio], ⇢Bellini e Ermini; ed ancora ⇢Luciano Troisio, ma anche lo stesso ⇢Toti e ⇢Favati e ⇢Cara e ⇢Lanuzza. Si servono del lessico specialistico per muovere guerra alla parola con la abnormità della parola: e si potrebbe parlare di ricerca linguistica feticizzata da un formalismo esasperato che determina il cosiddetto linguaggio materico o anarchico, il quale non comunica che il trauma della propria anarchia grammaticizzata ed istituzionalizzata per dispetto e in opposizione all’istituto che intende demistificare. Si spiegherebbe perciò il caos sintattico-semantico che viene come a placarsi, però, nel significato-significante del collage poetico.
(…)1976-‘78
✒Da: Giovanni Occhipinti, I giorni dei Pietromicca in negativo,
in:Idem, L’ultimo Novecento, Bastogi
1993:pagg.32-33.