El Juego del Tigre e la scacchiera di Buber🏻

 

El Juego del Tigre

📖 I libri di Uh Magazine

Edizione riservata, numerata e firmata

15x15; pagg.80

 

Borges, nell’altra inquisizione Storia degli echi d’un nome: ”Martin Buber osserva che Ehyeh asher ehyeh può anche tradursi Sono Colui che sarò o Starò dove starò. Mosè, al modo dei maghi egizi, aveva chiesto a Dio come si chiamasse per averlo in suo potere; Dio, di fatto, gli avrebbe risposto: ”Oggi converso con te, ma domani posso rivestire qualunque forma, anche le forme dell’oppressione, dell’ingiustizia e dell’avversità. Questo leggiamo in Gog und Magog.”(*)

(*)Buber (Was ist der Mensch?) scrive che vivere è penetrare in una strana abitazione dello spirito, il cui pavimento è la scacchiera sulla quale giochiamo un giuoco inevitabile e sconosciuto contro un avversario mutevole e a volte spaventoso”. Va da sé che nel Juego del Tigre resta l’eco del nome e l’indefinibilità dell’identità di chi può rivestire le forme dell’oppressione e dell’avversità.