░ La formula e la pelle del trofeo supremo nella poesia di Luciano Troisio




La formula della pelle della pisda e dell’Unico Asintoto
Nella poesia di Luciano Troisio, che è fatta come operazione totale dell’avvento del  soggetto nel luogo dell’Altro, ciò che resta è l’irriducibile a, che, lo sappiamo, è il segnale del  reale, ed essendo sempre relazionato al desiderio, è naturalmente connesso all’angoscia.
Se tirassimo subito dentro l’esagramma dell’I King, così come lo si realizza prestando il  libro delle mutazioni alla poetica con gli indicatori globali di Abraham A. Moles, vedremmo  dov’è l’Altro e capiremmo perché l’obiettivo del suo godimento sia un obiettivo fantasmatico.
Che cosa maschera il fantasma di Luciano Troisio, di essere l’oggetto di un godimento dell’Altro?
Che cosa maschera la posizione del suo oggetto a se non il fatto che lo stesso oggetto a voglia continuamente raggiungere la funzione di scarto? Il poeta è come Dio, non ha un’anima, per questo ogni poema comincia con un dramma, con una passione in cui qualcuno si è fatta l’anima del poeta.
“Il posto dell’anima deve essere situato al livello a di residuo, di oggetto caduto”(1): che, di netto, significa che qualcuno si è fatto l’oggetto a, l’oggetto caduto, del poeta?
Questo qualcuno – che è il lettore virtuale – a tratti sembra che, pervaso da una bizzarra, singolare e curiosa trance, sia uscito da un passo di Juliette del Marchese de Sade e vada urlando, il tormentatore: “Ho avuto la pisda(2), ho avuto la pelle della chose”.
Che, come trofeo supremo, sta come $ equivalente ad a fratto S:
$ = a
 S
anche quando pisda si fa avanzo o oggetto perduto in quanto pisdionca, che, a guardar bene, è ancor più caduca.
La caducità dell’oggetto a non è come il pene, o il significante, che non è limitato al campo del manifesto, ma essendo la soggettività focalizzata sulla caduta del fallo ci vuol poco ad accorgersi che è dalla messa fuori gioco del significante che l’angoscia eiacula?
Ma il tormentatore, che è il lettore virtuale, non se n’è ancora accorto, o finge, la tira in lungo come l’asintoto(3), che, come l’oggetto a, se ne sta lì come scarto e una curva gli si avvicina indefinitamente senza mai incontrarlo, e allora lui in preda al panico finalmente urlerà: “Ho avuto l’asintoto, ho avuto la pelle dell’Unico Asintoto”(4).
Che, come trofeo supremo, sta come $ equivalente ad U/A fratto S:
$ = U/A
 S
anche quando l’oggetto perduto in Romania tra un’operazione Mioriza(5)  e l’altra lo si riconosce a Saigon nel celebre angolo Phan Ngu Lao(6).

1 Jacques Lacan, L’angoscia, segnale del reale, in: Idem, Il seminario, Libro X, L’angoscia 1962-1963, trad. it. Einaudi, Torino 2007: pag. 178.
2 Cfr. “La Grande Orientatrice”, in: Luciano Troisio, Strawberry-stop, LietoColle, Faloppio 2010: pag. 38: [In alcune lingue slave, e in rumeno, / uno dei mille illustri lemmi significanti/ Delta Centrale, è: Pisda (alias “la Chose”), / delizioso vezzeggiativo: Pisdionca. / Fornita questa fondamentale informazione / accenneremo anche (scusandoci di citare / un aneddoto personale ma più sotto / si capirà la necessità della sottile allusione) / al nostro esperimento poetico By Logos / un gioco fatto negli anni settanta con altri perdigiorno: // che opportunamente si rivelava “di parole”, / un’allusione che diveniva “depistaggio”. (…) un poeta aveva intitolato il proprio testo/sul tema del “metter fuori pista”: Depisdamento (…). In verità fu il poeta stesso che ebbe a urlare nel Depisdamento della 14/10 di By Logos [il 14 è Luciano Troisio e il 10 è Alberto Mario Moriconi, titolare del testo intitolato”Spossessamento”]: “depistato da Berenice che parlava con Alice // in caso dunque di / frenata di/dissestato fondo (depistage) se / sbanda pisda ritroverò / laddove mi metteva fuori pisda?”: By Logos, a cura di Silvio Ramat, Cesare Ruffato, Luciano Troisio, Lacaita editore 1979: pagg. 108-109.
3 Cfr. l’Elogio dell’Asintoto in: Luciano Troisio, Strawberry-stop, ed. cit.: pag. 47.
4 Cfr. Sono gli atei che fanno le scoperte, in: 4: Avventure, in: Luciano Troisio, L’amore ai tempi del PcIl critico ha scritto prima che il libro di Troisio fosse pubblicato con un altro titolo (Locations, impermanenza): questo è il primo paragrafo del suo saggio  La poesia U Uang - Lü dell’Unico Asintoto  che, comunque, potete leggere integralmente qui: cleup.it/libri/pdf/GAUDIO  . Il saggio integrale è disponibile anche in edizione cartacea, nel numero 189 di "La Battana", Edit Rijeka-Fiume luglio-settembre 2013: 
5 Cfr. il patagonico racconto “Operazione Mioriza” contenuto in: Luciano Troisio, Quindici alibi, Cleup Padova 2011; vedi anche: http://www.lankelot.eu/letteratura/troisio-luciano-quindici-alibi.html#comment-67962 Cfr. il “depisdamento” in Strawberry-stop: “Subito s’illuminò il suo zigomato / viso dolce poco truccato / di  angelica odalisca dalle pliche degli occhi affascinanti / (qui hanno una pelle stupenda / e bianca quasi più della nostra) / sonò alto un nome: / Pham Ngu Lao, la mia opportuna strada. // (Eccomi quindi ritrovato in pisda / proprio arrischiando di andare “fuori pista”). “[La Grande Orientatrice]. Vedi anche, in 7: Deleghe, “Le seghe di Malraux”, in L’amore ai tempi del Pc”(…) che certo in questa via avrà sostato all’"Allez Boo", / nel celebre angolo Phan Ngu Lao tuttora evocante”.
6 Jacques Lacan, La donna, più vera e più reale, in: Idem, Il seminario, Libro X, ed. cit.: pag. 209.



Luciano Troisio
Locations, impermanenza
Cleup 2012


La pagina iniziale di 
La poesia U Uang-Lu dell 'Unico Asintoto 
in "La Battana" n.189, Rijeka luglio-settembre 2013
(in distribuzione a novembre)


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