Marisa Aino ▬ L'Hermès-Berthoud


L’HERMÈS-BERTHOUD 
TRA V.S.GAUDIO, MARIO RAMOUS E LUCIANO ERBA
di Marisa Aino  

Forse rifacemmo, come Stimmung, la 15, che, nel BY LOGOS, rigorosamente anonima, il contrario della Stimmung di Vuesse, che viene attuata su un testo di cui si sa chi è l’autore, per via del fatto che, essendo numerata 15, era forse la carta che in qualche modo poteva connettersi alla lussuria dell’Arcano maggiore dei Tarocchi, che è il 15, il Diavolo[i], e ci venne dentro anche l’Hermès Baby di Pierrette Berthoud, che era sul Minuit n.17, Janvier 1976, e noi eravamo alla fine dell’agosto, quell’agosto, poi, dell’anno in cui, a luglio, ti avevano pubblicato da Guanda nei Quaderni della Fenice, in uno spazio sintetico[ii], per via dei costi e per via del fatto che tu, Vuesse, non appartenevi a nessuna Famiglia dell’Arkadia, quantomeno quella di Giovanni Raboni, che quella collana dirigeva e alimentava, e allora c’era da rifare le poesie dei partecipanti anonimi all’esperimento poetico, progettato da Fernando Bandini, Cesare Ruffato, Luciano Troisio, Silvio Ramat e Andrea Zanzotto[iii], e: la 15 cominciava col numero 741228 e il testo di Pierrette Berthoud cominciava con “  2  3   1  4  ombres chinois sur le crépi blanc gigantesques de flout debout tout habillés vous branlez massez des sexes sous jeans peau de pêche empoignez des boucles sur de nuques des dos à pleines paumes sous plumetis de mousseline chiffonnez ramenez des écharpes de soie”: e  venne così la nostra Stimmung, un po’ anche Lebenswelt per la 15 che era, per niente accidentalmente, nonostante la bouche d’ombre, una poesia di Mario Ramous[iv]:
solo accidentalmente je préfère prendre ta main
                                            e d’altronde è implicito
poiché ti hanno insegnato a distinguere entre les caresses
(una presentazione particolare dell’opposizione
non potrebbe essere mai considerata
per impieghi effettivi
                                              (una sorta di astrazione
operata in rapporto all’uso
                                              (ma il problema dell’arbitrarietà
oltrepassa la sua motivazione
                                                         quando le regole
autorizzano o prescrivono inversioni nell’ordine naturale
e origliano idiotismi
                                              (una parlata scorretta
tratti non-distintivi
                                     irregolarità e disordine)
(anche se in realtà si osserva una grande variabilità
nell’interpretazione ton clitoris qui palpite sous la pression
de ma main ( i giorni
in cui ci si immalinconisce ou la vulve écartée
quand mon sexe quitte ton cul
(…)[v]
Pierrette Berthoud, già dal nome, nemmeno a vederla, faceva scivolare tutto quel sexe nel testo, ti ricordi che a un certo punto la indicavamo come se fosse il « Berthoud », manco se fosse il podice Marcuzzi, di cui al tuo testo nel secolo dopo, una volta che ti ha patefatto il podice della signorina che poi sarà anche quella della pubblicità di Activia, con tutto quello che si sarebbe ulteriormente accumulato o riversato nel paradigma del nome-archetipo che le avevi cucito addosso ; comunque: il Berthoud, dal nome di persona al nome comune, come analizzò e prescrisse Migliorini negli anni Trenta, che, poi, a pensarci adesso: cosa poteva essere quel Berthoud, un certo tipo di clitoris o un patagonico, per quanto dovesse essere necessariamente ectomorfo, magro cul, tipo quello di Françoise Hardy:
(l’enunciato ti sembra fastidioso ?
un ritorno vergognoso e nascosto?
(non si danno che due possibilità
                                                                   per spingere sistematicamente
l’utilizzazione delle regole al di là dei soliti limiti
nel canovaccio sociale
                                             e il punto di vista normativo
incosciente per la maggior parte dei casi
(ma su questo argomento cfr.
bouche d’ombre, corruptio imaginis
                                                        oppure  attua la commutazione dall’unità
                                                        gestuale al segmento descrittivo-assertivo
che possa evocare le abitudini e gli usi del quotidiano del personaggio[vi].
E allora prendemmo la 20, che, poi, a pubblicazione avvenuta, scoprimmo che era la poesia di Luciano Erba[vii]:
“perso  e           anche tu
G2                         ta bouche à bout de soufflé alunissage
                              sur le lit
                  Georgette Gladys
                                         dont il recueille le foutre
e andavo alla courbure du ventre
sifflant dans l’air
di tweed 
mi hai                               ci siamo
                                           più niente
                                                              anzi, o almeno place sa pine à plusieurs reprises
                                                              entre les fesses de Georgette
                                                              gland glissant pénètre
                                                                                          te cambre
                                                                                           t’encule
tutta quanta
mano nilotica dans le corps immobile
conta i suoi gesti
questo emisfero o ta vulve quand je te sens t’endornir
dans ma main
uscendo dalla fente
(…)[viii]
Insomma quel Berthoud poteva essere anche quello di Georgette Gladys, che, posta come G2, ah, ah, Vuesse mi dici adesso perché mai fosse così al quadrato?
Nel consegnare i testi rielaborati ai curatori di “By Logos”, allegasti anche questa esplicazione metodologica che non è stata, giustamente, pubblicata nel volume, altrimenti sarebbe stato svelato a tutto il mondo che il loro “Espo-Esproprio Transpoetico” non era altro che un “espo-esproprio” della Stimmung che, in quegli anni, V.S. Gaudio aveva elaborato come genere poetico, o transpoetico:
LA DOPPELSTIMMUNG DELL’AGOSTO 1978 
con Pierrette Berthoud, Maurice Blanchot e Marisa G. Aino

”Nel mese di febbraio, nel corso di un Reading di Poesia tenuto alla “Galleria d’Arte Duemila” di Bologna, ho esplicato i costituenti semantici che connettono la Lebenswelt  e la Stimmung. La Lebenswelt, rispetto alla Stimmung, attualizza e raccoglie le modificazioni della presenza, e della storia dell’io narra gli Io della mia storia come anche gli Io di storie che non sono la mia; in altri termini, attuerebbe le estasi del tempo come esplicitazioni dell’implicita vita fungente che si temporalizza: chi scrive il testo perde l’evidenza prima del cogito nella possibilità degli altri Io possibili, quindi consegna l’infinito della Lebenswelt ad una sorta di reversibilità temporale che concretizza natura e storia.
La Lebenswelt non ha uno stato semantico circoscritto; l’io fungente moltiplica le prensioni e quindi coniuga la circolarità e la trascendenza dell’intersoggettività: una Lebenswelt è attuata da assunzioni non univoche, ad esempio può crescere dall’interazione tra lo stato semico di un personaggio di Musil e alcuni paragrafi del Trattato dell’Argomentazione di Perelman e Olbrechts-Tyteca, tra lo stato semico di O   di Pauline Réage e certe correlazioni antropometriche, tra lo stato semico di un personaggio della Vigilia del Piacere di Pedro Salinas e certe assunzioni sull’istante di Gaston Bachelard, ecc.
La Stimmung, invece, ha limiti temporali, in cui la differenza dei due io fungenti sembra misurare la stessa mappa cognitiva: prescrive una interazione univoca da cui il presente attuale ritenga un paradigma dato dai semi che appartengono all’orizzonte del testo attraversato.
Così, la Stimmung del 25 ottobre 1977 con Vicente Aleixandre, La Destrucción o el Amor attua un processo di prensione dell’io fungente (=Gaudio che scrive il 25 ottobre 1977) che consuma la donazione di senso dell’altro (=il testo assunto: La Destrucción o el Amor) in un campo la cui finitezza semica  implica una sorta di Paarung , da cui “chi scrive” si impossessa dell’altro e codifica l’incontro risolvendolo e feticizzandolo nel telos che il testo è.
Ora,   in merito all’”Espo”[ era questo il nome dato inizialmente al “By Logos”] mi sembra di aver  attuato una Lebenswelt che ha  l’univoco (l’accordo profondo) della Stimmung: innanzitutto, l’io fungente è stato doppiato: alcuni testi li ho rielaborati con Marisa G. Aino. Poi, la Stimmung stessa è stata doppiata: ad esempio, ho attuato una mutazione di matrice della Poesia 2 [=Roberto Sanesi], debordando dal paradigma che il testo mi dava, aggiungendo una donazione di senso assunta da Maurice Blanchot, L’attesa, l’oblio (trad.it. Guanda 1978); per la Poesia 20 [=Luciano Erba], invece, ho attuato una mutazione di matrice aggiungendo una donazione di senso assunta da Pierrette Berthoud, Hermès Baby (in “Minuit” n.17, Paris janvier 1976).

 
Voglio precisare che avrei potuto elaborare una Lebenswelt facendo interagire tutti i testi dell’”Espo”; in questo caso, però, avremmo potuto parlare, ancora, di una Lebenswelt con modalità da Stimmung, cioè sarebbero state abolite quelle inserzioni di senso che “chi scrive” assume dal desiderio, che attraversa l’altrove di forme soggettive diverse.
Inoltre, c’è da dire che l’interazione con i testi dell’”Espo” è stata un poco rigida in quanto la loro virtù paradigmatica poco lasciava alla forma soggettiva che circoscrive e trascende questo io fungente che scrive nella terza decade dell’agosto 1978: il che equivale a dire che la Umwelt  dei testi dell’”Espo”(diciamo: questo altrove che attraverso) ha una economia territoriale(: semantica) che poco concede al desiderio dell’io fungente che temporalizza le prensioni di V.S.Gaudio( e di Marisa Aino)  negli ultimi dieci giorni dell’agosto 1978.”
Naturalmente, non furono pubblicate tutte le mutazioni di matrice fatte, mi sembra che  questo sia stato detto nell’introduzione di “By Logos”: i testi che rifeci(o, in verità, rifacemmo) erano il 2 (=Sanesi), l’8 (=Achille Serrao), il 12 (=Mariella Bettarini), il 13 (=Giorgio Bárberi Squarotti), il 15 (=Mario Ramous), il 19 (=Paolo Ruffilli), il 20 (=Luciano Erba), il 23 (=Gilberto Finzi), il 24 (=Gregorio Scalise).” ![V.S. GAUDIO (che, nel By Logos,  era il numero 6)]


Ma non allegò questa mia Stimmung con l’ Hermès Baby di Pierrette Berthoud, ma né io né l’autrice francese eravamo state invitate, fosse stata fatta questa intromissione avrebbe prodotto la destituzione del partecipante numero 17, per via del numero di “Minuit” su cui era apparso il testo della Berthoud, o il sostituito sarebbe stato addirittura il numero 15, ci pensate? Questa Stimmung mia con il testo della Berthoud, e io che prendevo il 17 che era Maria Luisa Spaziani e Pierrette Berthoud che prendeva il 15, che era Mario Ramous. Però, nella Stimmung con Pierrette Berthoud, si fece personaggio Georgette Gladys, che risponde a quel misterioso G2, e che attiene alla poesia del partecipante numero 20, Luciano Erba: insomma, la transition de sa pine à ta pine ou à ma pine, la pine de Vuésse?
G2. L’HERMÈS-AMOUR
G2 la bouche de Georgette Gladys sous l’étoffe s’introduit
Dans sa vulve Hermès caresse ses jambes et sur la rampe
Baby caresse ses fesses glissent sur le bois par ta pine agrandis
Par nos mains car la scansion ne s’entend plus ton foutre
La moule coquille la partition de musique la castration
La contraction molle de ton sexe ou les désirs ta main
Ma main mon nez et les cuisses les ongles ton prépuce
De gestes calmes à distance comme faire l’amour
Dans une langue étrangère bourrée comme une polonaise
Ta braguette fermeture la peau sous ta ceinture
Sa tête sur ton sexe elle écarte ses genoux sa vulve
Trouve l’emplacement de la fente et y darde sa langue
De foutre blanche tranche de ciel bleu un losange
De ciel            ta bouche  sa clavicule sa voix te prend
Dans ses notes les plus basses les plus cachemirées
Les plus camelisées ques ses silences que sa presence
Balance de la même manière de son allure et de la lumière
De son cul G2 sirop de sucre angélique longeant le rebord
Du slip sentir à peine tes couilles rouler dans mes doigts
A la droite ma bouche au travers de tes couilles vulve à
Vulve braguettes et mains croisées chiasmes miasmes
Baignent dans les jeans léve-toi un peu moule ta pine
Selon la fantaisie de Georgette Gladys ou l’asphyxie
Mélodique de Pierrette entre toi moi une seule soluble branlette



[i] Quello scuotimento intimo che i teologi denominano terrore numinoso; nei Tarocchi è il cielo mercuriale, tra eloquenza e mistero, tra passione e lussuria, è anche il Baphometto dei Templari , la figura del Tentatore, e anche la tematica infernale dall’epopea di Gilgamesh fino ai Canti di Maldoror. Datosi come Berthoud in quell’agosto infuocato nella Stimmung attua gli incantesimi della losanga e del (-phi) di Lacan. Vai a vedere, chissà com’era messa la Luna Nera, Lilith, in quei giorni sia nel cosmogramma di V.S., che nel mio e in quello di Pierrette Berthoud!
[ii] Alla maniera di Selezione dal Reader’s Digest, forse in omaggio al Presidente della sezione italiana che era Brandolino Brandolini d’Adda, che era poeta stranamente di livello avanguardistico altro che la branca lirica della palabra enamorada, e che era anche tuo amico e cugino degli Agnelli, ti pubblicarono estratti da tre o quattro raccolte: da La temporalità dell’ombelico; da Maya Solemnis; da Lebenswelt, la prima, quella inviata a Rossana Ombres(per spazio, fu omesso anche il nome della Ombres), in modo che, quantomeno, fosse resa testimonianza dello stile polimorfo e del carattere sperimentale, e avanguardistico, del poeta saraceno. E tu intitolasti l’agglomerato Lavori dal desiderio, tanto che ci fu un recensore, su “Il Giorno” o quell’altro quotidiano simile che in quei tempi usciva a Milano, che naturalmente prese patate per fichi d’India!
[iii] Quando fu pubblicato l’esperimento poetico, il libro uscì come : BY LOGOS, a cura di Silvio Ramat, Cesare Ruffato, Luciano Troisio, Lacaita Editore, 1979.
[iv] Ivi: pagina 7, nell’elenco dei poeti partecipanti: 22 + i 3 curatori rimasti. Di Fernando Bandini non c’è, addirittura, nemmeno un suo testo di partecipazione; Zanzotto partecipa con il numero 16.  La  poesia di Mario Ramous è a pagina 40 e 41.
[v] Cfr. Ibidem: pagg.76-77.
[vi] Ivi:pagina 77.
[vii] Ivi:pagina 7, nell’elenco dei poeti partecipanti. La sua poesia è a pagina 47 e 48.
[viii] Ibidem: pagg.77-78.
 ░░ L’Hermès-Berthoud è anche su "Lunarionuovo" n.83, aprile 2018