Nelle ricerche fatte dal poeta
V.S.Gaudio a Salt Lake City alla Grande Anagrafe dei Mormoni venne fuori che la
sorella della Nonna dello Zen ebbe nome Lucrezia e coabitò more uxorio con tale
Ulrico ma non generando prole essendo sterile il portatore del (-φ) universalizzò l’immobilità lasciandola a 2 figli della
Nonna dello Zen del poeta. Il Cavaliere e anche ragioniere, dell’ufficio di
stato civile del comune dove si è formato anche l’atto di nascita del poeta,
attestò che tale ereditiera nacque il 4 marzo 1892 nella casa posta in via
Corso e che contrasse matrimonio con Loreto, anziché Ulrico, che sembra che
faccia il verso al destino delle due sorelle ereditiere e latifondiste: una
contrasse, sempre stando agli atti di questo Cavaliere ancorché fosse un
semplice impiegato dell’ufficio demografico di un paesuccio della Sibaritide e
quindi della Diocesi di Cassano allo Jonio, con il presupposto nonno del poeta,
che, come è stato appurato dal Ministero dell’Interno, non solo aveva subito il
cambiamento del nome e quindi la fuoriuscita dall’asse ereditario di
appartenenza, ma era soprannominato “Parrot”, che, vista l’origine orale del
doppio lessema, sappiamo tutti quale significato abbia ma, letto e tradotto,
dopo il passaggio anglocanadeseamericano, rinvia al nome del preordinato
compagno della sorella della moglie. Sintomatico, per quanto Freud fosse di
casa nella libido del poeta, è il fatto che l’ereditiera andata in sposa a
Loreto fosse affetta da un particolare tipo di singhiozzo che, una volta
avviato, durava giorni interi, tanto che fu denominato “il singhiozzo della
donna di Loreto”; Mia Nonna dello Zen, di converso, era denominata “la moglie
di Vicìnz i Parròtë, oltre che “Vincenzo”, e quindi “pollo” per essere stato privato
del suo nome di ascendenza e della roba, anche “pappagallo”, il “pollo-pappagallo”;
poi, si vedrà, il “senza ruota” , anche stando fermo a vita dove lo hanno tenuto
prigioniero, come se fosse un cittadino italiano a tutti gli effetti, ma senza il suo
nome, di fronte a quelli che glielo avevano cambiato il nome appropriandosene,
porterà tra Dalmazia e Venezia e in Francia{ non fosse altro per via del
pappagallo che usava un medico che aveva lo stesso nome al Saint Vincent de
Paul, quello dei trovatelli e dei nomi cambiati}, quelli del "ciuccio che vola" avevano dimenticato che, prima che al loro ciuccio, il volare era naturalmente connesso al Parrot. Lucrezia,
che, di suo, aveva Marte in Sagittario, non poteva essere esente dalla pulsione
della zebra e anche dell’uro, che, essendo il progenitore del bue, avendo la
stessa la Luna e il Nodo lunare nel Toro in casa prima, diviene la pulsione
stessa del suo Dasein: stranamente, il poeta ebbe sempre modo di raffigurarsela
tra Heinrich Heine, che era Sagittario, per via del (-φ)=Marte in Sagittario, e Honoré de Balzac, tanto che la
Julie trentenne di quest’ultimo, sempre per gli elementi in Toro di cui abbiamo
detto, pare che avesse la stessa allure allascata, al Grande Lasco, di zia Lucrezia di pari età: tra pesantezza e
circospezione, da un lato, e pulsione dell’uro, dall’altro, con il perno della
natura carnale segreta e lenta, ostinata, come se stesse arando o seminando. Il
Livre d’Arcandam dice appunto che è la donna dell’aratura e della semina, e
degli uccelli e delle pecore, sarà soggetta al singhiozzo nonostante ci senta
bene, brontolerà in continuazione e dovrà patire un’infamia perché sarà
licenziosa in gioventù. In più morirà[i] sola, nuda e priva di tutto. Difatti il
rappresentante formalizzato del suo (-φ) era, da buon Loreto, già volato via e
con lui anche i suoi possedimenti infiniti dispersi, volatilizzati, inceneriti,
e riseminati altrove, nel catasto del
Petrone.
La sorella di Mia Nonna dello Zen | Lucrezia
Quella della pulsione dell’Uro e delll’allure al Grande Lasco ⁞
Quella della pulsione dell’Uro e delll’allure al Grande Lasco ⁞
[i] Nell’estratto dell’atto di nascita, redatto dal cavaliere e ragioniere sunnominato(ho sempre pensato alla particolarità di questo ufficio demografico e di questo addetto: che se uno che fa l’impiegato al comune qui lo fanno cavaliere allora tutti quelli che lavorano negli uffici demografici non possono non essere cavalieri tutti quanti!), manca l’annotazione riferibile alla morte di Lucrezia Petrone, sorella minore della Nonna dello Zen del poeta. Il “documento” fu fatto e sottoscritto dal cavaliere e ragioniere ufficiale dello stato civile il 23 ottobre 1993. E zia Lucrezia era da un po’ di tempo che era mancata.
▬A seguire, per
la Genealogia del Gaudio,
lo SchluchJubel di Lucrezia Petrone